le Ottentotti - Luigi Albano

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LE OTTENTOTTI

Quando i coloni olandesi nel sec. XVII si insediarono per primi intorno al Capo di Buona Speranza diedero questo nomignolo, che pare significasse "balbettante" (cfr. ted. Stottern), alle tribù incontrate sul luogo, a causa dei suoni (clicks) usati nel loro linguaggio.

Una loro donna, Saartjie Baartman (1789-1815) fu portata in Europa ed esibita come fenomeno da circo e Frederici Cuvier disse di lei che: “era abbastanza servizievole da spogliarsi e permettere di ritrarla nuda".

Il suo corpo, cervello, scheletro e genitali furono esposti al Musee de l'Homme di Parigi sino agli anni 70 e poi custoditi altrove sino a quando Nelson Mandela nel 1994, chiese alla Francia e ottenne la restituzione dei suoi resti.

Attualmente icona del nuovo Sudafrica, la sua storia è stata rappresentata in un film «Venere nera» del regista tunisino Kechiche, presentato al Festival di Venezia del 2010.

Anche l'antropologo Cesare Lombroso parlò degli Ottentotti in uno studio sul cuscino posteriore delle donne:

Questa ipertrofia, professionale, delle vertebre e del tessuto connettivo e adiposo sottocutaneo, spinta fino a provocare dei veri tumori in un periodo che può limitarsi da 5 anni fino anche a dieci giorni, ha un'applicazione curiosa: quella di spiegarci la origine di alcuni fatti che tormentarono, sino ad ora, l'ingegno dei naturalisti e degli antropologi, senza trovare una interpretazione.

Uno è il, cosi detto, cuscinetto posteriore delle Ottentotte, cuscinetto che serve di punto d'appoggio ai lattanti; esso è costituito da una neoformazione benigna di adipe nelle natiche stesse ed alla regione esterna del femore (Fritsch, Die Eingheboren. Sud Afrika, 1870, Berlin, pagina 278).

Io, tempo fa, considerando corne quel cuscinetto serva alle Ottentotte a guisa di cuna portatile o di gerla su cui adagiano i loro poppanti per tutte le ore del giorno, mentre esse attendono alla raccolta delle uova di struzzo e ai lavori casalinghi, avevo già emessa l'ipotesi che fosse un lipoma professionale, un effetto della protratta abitudine di trasportare, in quel modo, i bambini, divenuto col tempo un prodotto fisiologico; tanto
più che, corne è noto, l'Ottentotto è per gli uomini, come il camello per i ruminanti, una specie di fossile vivo o per meglio un dire confratello dei nostri proavi preistorici, e quindi nella più lunga secolare esistenza ha potuto modificarsi più profondamente.

L'ipotesi mia acquista, ora, maggior consistenza e direi, fino, certezza scientifica dopo l'osservazione del tumoretto dei facchini: a questo probabilmente ha contribuito la maggior sporgenza del sacro, speciale all'Ottentotta, e sopratutto la loro anormale soprabbondanza di connettivo sottocutaneo e di grasso.

È noto, infatti, come negli Ottentotti e probabilmente anche in altre genti che popolano quelle regioni (Fritsch) questo tessuto sià abbondantissimo in modo da produrre delle rughe precoci nei giovani, e da mostrare lo scroto, la clitoride e le grandi labbra mostruosamente voluminose.

Strano é, poi, il rapido crescere e decrescere del grasso, secondo il cibo, in costoro; in buone circostanze anche il maschio presenta una quantità di grasso enorme che si localizza ai fianchi, dando una lontana analogia colla steatopigia della femmina.

Nella pubertà e colla fame questo grasso si perde, ma poi ritorna col lauto cibo (Fritsch, o. c., pagina 288).

Una nuova prova di ciô è che i Boschimani, i quali non hanno la tendenza ad ingrassare dei vicini Ottentotti, né hanno la loro ricchezza di connettivo, non hanno più, malgrado la somiglianza, il loro cuscinetto adiposo (Id.).

Questa ricchezza di connettivo e di adipe, se è grande in quelle parti del corpo ove non è ordinariamente cosi abbondante nelle altre razze, tanto più deve esserlo in quelle regioni dove è già in tutte le razze umane molto copiosa e in quel sesso, e in quella razza, dove in grazia delle abitudini speciali quella regione fu assoggettata ad una pressione ed irritazione maggiore.

È naturalissimo che in una razza, dove il grasso tende a formarsi più rapidamente per tutto il corpo, la continuata pressione in una data regione ve l'abbia fatto accumulare maggiormente, cosi da foggiarsi quasi ad organo nuovo e trasmettersi coll'eredità, grazie ai vantaggi pedagogici (mi si scusi la nuova e più letterale applicazione della parola) che ne ricavano le povere madri.

(tratto da l'uomo bianco e l'uomo di colore, seconda edizione, di Cesare Lombroso, pubblicato in Firenze - Torino - Roma dai Fratelli Bocca, Librai di S.M. il Re d'Italia nell'anno 1892)

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