Grafico di Protezione San Benedetto - Luigi Albano

LUIGI
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GRAFICO DI PROTEZIONE SAN BENEDETTO


Il grafico in argomento, di mia realizzazione, e' uno strumento di protezione sia dei luoghi che delle persone.

Può essere stampato e appeso nei luoghi che si vogliono proteggere.

Essendo un grafico molto potente (supera i 4 milioni di bovis) si chiede molta cautela perché nell'utilizzare più copie negli stessi luoghi potrebbe alle persone presenti portare mal di testa, vertigini o vomito.

All'interno può essere inserito per il tempo radiestetico previsto il testimone/i della/e persona/e che si vuol proteggere.

Non necessita di essere orientato sull'asse Nord-Sud





Spiegazione del grafico.

I quattro scudi rappresentano l'armoriale dell'Arcangelo Michele. In araldica, un armoriale è una raccolta di armi o stemmi. Questa voce raccoglie stemmi in cui compare san Michele Arcangelo. È uno dei santi più rappresentati negli stemmi, particolarmente nell'araldica civica. Nel medioevo si attribuiva all'arcangelo Michele la croce bordonata come arma individuale.

Al centro e' presente il retro della medaglia di San Benedetto.

I miracoli ottenuti invocando presso Dio l’intercessione di San Benedetto sono innumerevoli. Si attribuisce alla medaglia che porta il suo nome, ovviamente se debitamente benedetta, sia che la si tenga addosso, sia che si applichi sulle parti malate, sia che si beva l’acqua nella quale sia stata immersa, effetti prodigiosi contro le insidie del demonio, di aiuto nei pericoli e contro le malattie degli animali domestici. Ogni lettera dell’iscrizione presente sulla medaglia è parte integrante di un potente esorcismo.

Spiegazione delle iniziali presenti sulla Medaglia di San Benedetto:

C. S. P. B.
Crux Sancti Patris Benedecti (Croce del Santo Padre Benedetto)
C. S. S. M. L.
Crux Sacra Sit Mihi Lux (Croce sacra sii la mia Luce)
N. D. S. M. D.
Non draco sit mihi dux  (Che il dragone non sia il mio duce)
V. R. S.
Vadre Retro satana (Allontanati satana!)
N. S. M. V.
Non Suade Mihi Vana (Non mi persuaderai di cose vane)
S. M. Q. L.
Sunt Mala Quae Libas (Ciò che mi offri è cattivo)
I. V. B.
Ipsa Venena Bibas (Bevi tu stesso i tuoi veleni)

ESORCISMO
(Al segno + ci si fa il segno della croce)
+ In nomine Patris, et Filii et Spiritui Sancto
Croce del Santo Padre Benedetto. Croce Santa sii la mia Luce e non
sia mai il dragone mio duce. Va indietro satana! Non mi persuaderai
di cose vane. Sono mali le cose che mi offri, bevi tu stesso il tuo
veleno. Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo +. Amen!

L’esorcismo può essere praticato anche da un semplice laico, purché sia fatto solamente come Preghiera Privata e non solenne.

In alto sopra la medaglia di San Benedetto e' inserito il simbolo Om.  È considerato il più alto simbolo sacro dell'induismo, simbolo unico con un profondo significato spirituale. L' OM (o AUM) è considerato il primo suono dell'universo. Nella visione indiana, Dio ha creato il suono e l'universo è nato da esso, si dice che prima di OM non c'era niente, semplicemente un vuoto vuoto. Con l'inserimento di tale simbolo si evita di posizionare il grafico sull'asse nord-sud.

Ai quattro lati del rombo e' inserito il Tetragramma, YHVH il nome di dio in lingua ebraica. È importantissimo sapere che è proibito pronunciare in qualsiasi modo questo nome, perché è il più sacro dei nomi di Dio ed è collegato a tutti i livelli spirituali. Per capire il significato di questo nome, possiamo far riferimento a un insegnamento della Cabbalà, secondo cui queste quattro lettere sono il simbolo del mistero della carità. Tale nome è stato dato da Dio stesso a Mosè presso il roveto ardente. Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». Poi disse: «Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi». (Es 3,14). Poiché esso non viene più pronunciato, non si sa più quali vocali debbano essere inserite tra le consonanti o se sia un suono totalmente vocalico: l'ebraismo ritiene persa la corretta pronuncia del nome sacro. Gli studiosi cristiani ritengono che la pronuncia più probabile fosse: Jahvè.

In basso e' presente la forma della Daleth ricorda, senza dubbio, una lettera “T” in cui rimane però solamente la parte di sinistra. In ebraico, délet significa porta ed in effetti, anche graficamente, questa apertura della Daleth sul lato sinistro non può che collegarsi al celeberrimo simbolismo della porta aperta. È chiaro dunque che la porta aperta, sintetizzata dal grafema della Daleth, simboleggi una comunicazione verticale tra Dio e l’uomo, tra l’alto ed il basso. La Daleth è proprio quella porta che, graficamente e simbolicamente, va a chiudere la Beth. La porta qui rappresentata è dunque manifestamente aperta, rimando inequivocabile ad un elemento architettonico del tempio secondo ebraico, la stanza del silenzio. Questa era una stanza aperta del secondo tempio, in cui però era possibile entrare solamente uno alla volta. All’interno di questa stanza, il ricco poteva posizionare la sua offerta in denaro ed il povero poteva prelevarla, senza che nessuno lo vedesse subire l’umiliazione di dover usufruire dell’elemosina di qualcun altro.

© Luigi Albano
© Luigi Albano 2017
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