Le onde emesse dal cervello
Difendiamoci dagli Dei
Il cervello umano possiede una naturale attività psichica.
Questa attività psichica, nonostante volgarmente sia considerata come sinonimo di "spirituale", in ultima analisi non è altro che un'attività elettrica, e ciò vale a dire fisica, che consiste, come già abbiamo detto, nell'emissione di onde o radiazioni, ma con frequenza, lunghezza e caratteristiche così peculiari che fanno sì che tali radiazioni non possano essere individuate dagli strumenti normali usati dai fisici, come invece possono fare certi strumenti biologici, come il cervello di altre persone o di altri esseri viventi.
Gli dèi si interessano molto a questa attività psichica del cervello umano, e in particolare a tutta l'attività psicofisica del cervello quando è sottoposto a certe eccitazioni?.
Gli dèi sono capaci di captare le onde che in determinate circostanze il cervello emette. Pertanto, la loro principale attività tra di noi - consiste nel propiziare le circostanze nelle quali il cervello emette le onde o le radiazioni che a loro interessano.
E cosa ricavano gli dèi da queste onde emesse dal cervello umano? Per darci in qualche modo una spiegazione potremmo chiederci che cosa ricavano gli uomini da altri tipi di onde similari (anche se di una frequenza enormemente inferiore), come per esempio le onde hertziane. Gli animali, che non sono in grado di captarle, non ricavano nulla da esse e le ignorano completamente; ma l'uomo, invece, che è in grado di decodificarle, può ricavarne un piacere estetico, uno stato di placidità, l'acquisizione di nuove conoscenze e tutto quello che permette un programma radio.
Ma tornando alla domanda che ci facevamo prima, cioè che cosa ricavano gli dèi da queste determinate onde prodotte dal cervello umano, la risposta dev'essere generica: ne ricavano qualcosa. Non sappiamo esattamente che cosa, ma a giudicare dalla loro cura per ottenerle, arriviamo alla conclusione che ne ricavino qualcosa.
Sembrerebbe - e di questo non siamo poi così sicuri - che queste radiazioni provenienti dal cervello (e da altre fonti, come vedremo tra poco) sono per loro una specie di droga, qualcosa di simile a ciò che per gli uomini è il tabacco, il caffè o il liquore, cioè un piacere che non è in nessun modo necessario e imprescindibile, bensì un complemento piacevole della nostra alimentazione.
Quali sono gli stati d'animo attraverso i quali il cervello produce queste onde? Parlando in modo generico possiamo dire - che il cervello umano le produce quando è preda di qualche eccitazione.
Questa eccitazione può provenire dall'angoscia, da una grande aspettativa, da un odio violento e manifesto, da li una esplosione di allegria e, soprattutto, dal dolore; dal dolore!, morale e più ancora dal dolore fisico.
Di tutti questi stati d'animo, sembra che quello che produce più energia, a parte il fatto dì essere il più facile da ottenere e quello dal quale si ricava nel modo più rapido - quasi istantaneo -, è il dolore.
È sufficiente dare un forte colpo a qualcuno affinché automaticamente il suo cervello cominci a irradiare questo tipo di onde o di energia che tanto piace agli dèi.
Il lettore dovrà tenere questo ben presente - per le considerazioni che faremo più tardi in relazione a questa circostanza.
Sangue e viscere
Di nuovo ritroviamo un parallelismo sorprendente, e al contempo inspiegabile da un punto di vista logico. Ma più che di parallelismo potremmo parlare di un'assoluta identità di fatti.
Prima di proseguire però, voglio confessare al lettore che ciò che andrò a dire è qualcosa di così inaspettato, di così scioccante e così incredibile che in un primo momento genera nella mente di chi lo apprende per la prima volta un rifiuto totale e un dubbio riguardo il senno di chi osa esporre una cosa simile.
Ciò che gli dèi hanno sempre richiesto nell'antichità e continuano a richiedere oggi, è né più né meno che sangue.
Sangue tanto sia di animali che di esseri umani. Perché? Non lo so con esattezza. Forse estraggono dal sangue qualche prodotto che serve loro a qualche scopo? L'unica cosa che so con certezza, e che sanno molto bene tutti quelli che si dedicano ad investigare il mondo dell'ufologia e della paranormalogia, è che il sangue e certe viscere sono il comune denominatore fra gli dèi dell'antichità - incluso il dio della Bibbia - e gli OVNI dei giorni nostri.
Gli eterni scettici che chiedono costantemente prove concrete riguardo tutti questi fatti misteriosi, quando qualcuno gliele fornisce - come in questo caso del sangue - le trovano così strane e concrete che normalmente, invece di servire a togliere loro i dubbi, glieli incrementano. Ma il fatto è lì, testimoniato non solo da tutti i libri degli storici antichi, bensì anche dal libro per eccellenza, la Bibbia, dove vediamo Yahweh che pagina dopo pagina spiega a Mosè che cosa egli voleva che facesse con il sangue e con le viscere degli animali sacrificati.
Ci possiamo immaginare lo stupore di Mosè quando dopo aver chiesto a Yahweh come volesse essere adorato, sentì come risposta da lui una serie di dettagli e di ordini minuziosi su come dovesse scannare i differenti animali, su che cosa dovesse fare con le distinte viscere e soprattutto su come ne dovesse manipolare il sangue. Mosè, che sicuramente conosceva molto bene come avvenivano i sacrifici che gli egizi e i popoli mesopotamici compivano costantemente per i loro rispettivi dèi, dovette rimanere di pietra vedendo che il suo "Unico Dio" gli chiedeva esattamente la stessa cosa che chiedevano gli altri "falsi dèi".
E non solo per il fatto che esigeva che gli venissero consegnate delle "cose" (invece di preferire il dialogo diretto e dei riti con una simbologia spirituale e logica), bensì perché quelle "cose" che esigeva erano esattamente le stesse che gli altri dèi esigevano, con l'aggravante che erano cose strane e per nulla relazionate con l'adorazione o con il perdono dei peccati.
Perché, se lo guardiamo con una mente sgombra da pregiudizi, che cosa ha a che vedere la morte di un capretto e la dissezione delle sue viscere in questo o quel modo, o lo spargimento del suo sangue in determinati luoghi, con la dimostrazione dell'amore a Dio e dell'obbedienza ai suoi mandati? Che cosa ha a che vedere lo squartamento di una vacca con il sincero pentimento e con il riconoscimento dei propri difetti?
E se continuiamo ad usare la testa, abbiamo diritto a pensare che sia completamente naturale bruciare il legno, ma che sia totalmente antinaturale bruciare la carne. La carne, quando si brucia del tutto (come si faceva negli olocausti), impregna l'ambiente di grasso e produce un odore penetrante per nulla gradevole.
Affinché il lettore possa constatare da se stesso con occhi spassionati quello che gli stiamo dicendo, e già che ci siamo per ricordargli dei testi che avrà letto durante i suoi anni di scolaro senza rendersi ben conto di ciò che leggeva (o che magari non ha mai letto in vita sua), riporteremo qui alcuni passi del Pentateuco nei quali Yahweh istruisce Mosè riguardo a come deve essere adorato:
«Nel caso che la sua offerta sia un sacrificio di comunione,
se offre un capo di bestiame grosso, maschio o femmina, lo
presenterà senza difetto davanti a Yahweh, poserà la sua mano
sulla testa della vittima e la scannerà all'ingresso della tenda
del convegno, e i figli di Aronne, i sacerdoti, spargeranno il
sangue attorno all'altare. Di questo sacrificio di comunione offrirà,
come sacrificio consumato dal fuoco in onore di Yahweh,
sia il grasso che avvolge le viscere sia tutto quello che vi è sopra,
i due reni con il loro grasso e il grasso attorno ai lombi e al
lobo del fegato, che distaccherà insieme ai reni.»
(Levitico 3, 1- 5)
E così continua la spiegazione dettagliata, lungo i due capitoli seguenti, di che cosa i sacerdoti dovessero fare con le viscere nel caso in cui, invece di essere vacche, tori o torelli, fossero capre, agnelli o volatili, e conseguentemente ai diversi peccati per i quali si offrivano i sacrifici:
«Se chi ha peccato è il sacerdote consacrato e così ha reso
colpevole il popolo, presenterà in onore di Yahweh, per il peccato
da lui commesso, un giovenco senza difetto, come sacrificio
per il peccato. Condurrà il giovenco davanti a Yahweh, all'ingresso
della tenda del convegno; poserà la mano sulla testa
del giovenco e lo scannerà davanti a Yahweh. Il sacerdote consacrato
prenderà un po' del sangue del giovenco e lo porterà
nell'interno della tenda del convegno; intingerà il dito nel sangue
e farà sette aspersioni davanti a Yahweh, di fronte al velo
del santuario. Porrà un po' del sangue sui corni dell'altare dell'incenso
aromatico, che è davanti a Yahweh nella tenda del
convegno, e verserà tutto il resto del sangue del giovenco alla
base dell'altare degli olocausti, che si trova all'ingresso della
tenda del convegno. Poi, dal giovenco del sacrificio per il pec cato toglierà
tutto il grasso: il grasso che avvolge le viscere, tutto
quello che vi è sopra, i due reni con il loro grasso e il grasso
attorno ai lombi e al lobo del fegato, che distaccherà insieme ai
reni. Farà come si fa per il giovenco del sacrificio di comunione
e farà bruciare il tutto sull'altare degli olocausti. Ma la pelle del
giovenco, la carne con la testa, le viscere, le zampe e gli escrementi,
cioè tutto il resto del giovenco, egli lo farà portare fuori
dell'accampamento, in luogo puro, dove si gettano le ceneri, e
lo farà bruciare sulla legna: dovrà essere bruciato sul mucchio
delle ceneri.»
[Levitico 4, 3-12]
Anche con il pericolo di abusare della pazienza del lettore, ma credendo che abbia molta importanza, citerò un altro testo che riassume, in certa misura, tutti i dettagliati ordini che Yahweh trasmise a Mosè riguardo a come doveva essere adorato.
Nei capitoli 4, 5, 6, 7 e 8 del libro del Levitico, Yahweh continua ad istruire nei dettagli Mosè. Ecco come la Bibbia descrive i primi sacrifici offerti da Aronne e i suoi figli dopo aver terminato di ricevere tutte le istruzioni:
«Essi dunque condussero davanti alla tenda del convegno
quanto Mosè aveva ordinato; tutta la comunità si avvicinò e restarono
in piedi davanti a Yahweh. Mosè disse: "Ecco ciò che
Yahweh vi ha ordinato; fatelo e la gloria di Yahweh vi apparirà"»
(Levitico 9, 5-6).
«Aronne dunque si avvicinò all'altare e scannò il vitello del
sacrificio per il proprio peccato. I suoi figli gli porsero il sangue
ed egli vi intinse il dito, lo spalmò sui corni dell'altare e sparse il
resto del sangue alla base dell'altare; ma il grasso, i reni e il lobo
del fegato della vittima per il peccato li fece bruciare sopra
l'altare, come Yahweh aveva ordinato a Mosè. La carne e la
pelle le bruciò nel fuoco fuori dell'accampamento.
Poi scannò l'olocausto; i figli di Aronne gli porsero il sangue
ed egli lo sparse attorno all'altare. Gli porsero anche la vittima
dell'olocausto, divisa in pezzi, e la testa, e le fece bruciare sull'altare.
Lavò le viscere e le zampe e le fece bruciare sull'olocausto
sopra l'altare. Poi presentò l'offerta del popolo. Prese il
capro destinato al sacrificio per il peccato del popolo, lo scannò
e lo offrì in sacrificio per il peccato, come il precedente. Quindi
presentò l'olocausto e lo offrì secondo le prescrizioni stabilite.»
(Levitico 9, 8-16).
«Scannò il toro e l'ariete in sacrificio di comunione per il popolo.
I figli di Aronne gli porsero il sangue ed egli lo sparse attorno
all'altare. Gli porsero le parti grasse del toro e dell'ariete,
la coda, il grasso aderente alle viscere, i reni e il lobo del fegato:
misero le parti grasse sui petti ed egli li fece bruciare sull'altare.
I petti e la coscia destra Aronne li presentò con il rito di elevazione
davanti a Yahweh, come Mosè aveva ordinato. Aronne,
alzate le mani verso il popolo, lo benedisse; poi discese,
dopo aver compiuto il sacrificio per il peccato, l'olocausto e i
sacrifici di comunione. Mosè e Aronne entrarono nella tenda
del convegno; poi uscirono e benedissero il popolo e la gloria
di Yahweh si manifestò a tutto il popolo. Un fuoco uscì dalla
presenza di Yahweh e consumò sull'altare l'olocausto e le parti
grasse; tutto il popolo vide, mandarono grida di esultanza e si
prostrarono con la faccia a terra.»
(Levitico 9, 18-24).
Perdonami lettore queste citazioni così lunghe - che peraltro avrebbero potuto esserlo ancora di più - ma volevo mostrare che il sangue e le viscere erano per Yahweh un'idea fissa ed ossessiva.
Ciò che è grave è che Baal, Moloc, Dagon, ecc., richiedevano esattamente la medesima cosa ai popoli mesopotamici; e Giove-Zeus richiedeva gli stessi sacrifici ai Greci e ai Romani; e se andiamo in America ritroviamo che Huitzilopochtli richiedeva la stessa cosa agli Aztechi, con l'aggravante che questi pretendeva che in certe occasioni il sangue fosse umano.
La maggioranza delle tribù nere nelle quali non è penetrato il cristianesimo o l'islam continuano ancora oggi ad offrire sacrifici di sangue ai loro dèi. Gli ozugu del centrafrica, nel giorno della grande solennità, si sdraiano al suolo mentre il supremo stregone-sacerdote li asperge abbondantemente con il sangue degli animali sacrificati. .. Come mai il "Dio Unico" esige la medesima cosa degli altri dèi? E perché deve trattarsi precisamente di sangue e viscere, cioè qualcosa di così difficile da ottenere per i popoli poveri e di così facilmente corruttibile e persino maleodorante nel giro di poche ore, di così carente di relazione con l'amore e l'obbedienza, che è ciò che fondamentalmente si vuole simboleggiare nei riti?
Indubbiamente si ha il diritto di sospettare che ci sia qualcosa di strano intorno al sangue quando lo vediamo universalmente relazionato con il fenomeno religioso.
Nel cristianesimo, nonostante questo si sia liberato dalla zavorra dei sacrifici cruenti di animali e nonostante si mostri molto più razionale nei suoi riti, quando qualcuno lo approfondisce un poco ritrova di nuovo il sangue, anche se in questo caso è sublimato.
Il "sangue dell'agnello" e il "vino diventato sangue del Figlio di Dio" sono due simboli fondamentali di tutta la ritualistica cristiana.
E se la approfondiamo ancora di più, vedremo che questi simboli non sono poi molto tali, in quanto il sangue di Cristo sulla croce fu sangue reale e non simbolico; sangue che fu preteso nientemeno che da suo Padre! Ma non dobbiamo stupirci tanto di fronte ad un fatto così mostruoso, quando ci rendiamo conto che quel padre, secondo quanto che ci dice la teologia, non era altri che Yahweh.
Qanto sopra è tratto dal testo Difendiamoci dagli dei, scritto da Salvador Freixedo Tabarés, venuto a mancare pochi giorni fa (25 ottobre 2019), è stato un presbitero, parapsicologo e teologo spagnolo, appartenne per trenta anni all'Ordine dei Gesuiti (nel quale entrò anche un fratello, mentre la sorella divenne suora) e fece studi di filosofia, teologia, psicologia in università statunitensi ed europee. Negli anni cinquanta del novecento le sue critiche sulle posizioni della Chiesa cattolica e, la pubblicazione dei suoi scritti gli costarono il carcere e, più tardi l'espulsione dal sacerdozio.
Dagli anni settanta del novecento si dedicò alla ricerca nel campo della parapsicologia e dell'ufologia, in particolare al fenomeno U.F.O. in rapporto con il fenomeno religioso e la storia umana, pubblicando diversi libri sull'argomento. In Difendiamoci dagli Dei! scrive: "Penso sia giunto il momento che l'umanità ne prenda atto, perché purtroppo la maggior parte di essa non ha ancora affrontato la dura realtà di essere stata manipolata e ingannata dagli dei." e "... Il Dio cristiano di cui parla il Pentateuco pur esistendo realmente non è il buon padre che voleva farci credere, tanto meno è il Dio universale, Creatore di tutto il cosmo. È solo una delle tante entità che - come molti altri prima di lui - ha cercato di impersonare la grande energia intelligente che ha creato tutto l'universo."
Vi invito a conoscere la vita e il lavoro di questo eccezionale ricercatore gallego del paranormale, cercando di tenere la mente aperta. I grandi dell'umanità, in ogni campo, sono sempre stati quelli che hanno visto più lontano, oltre, che il resto degli esseri umani. Ai loro tempi venivano ignorati, contrassegnati come pazzi e persino condannati a morte, ma la storia ha presto rivelato i blocchi mentali e la goffaggine dell'uomo comune; ricorda solo che la chiesa cattolica (eterna fonte storica delle più aberranti ipocrisie) si è ufficialmente "scusata" con il grande Galileo.
Allo stesso modo, Don Salvador Freixedo ha sollevato una serie di idee che sono molto più avanti di ciò che riteniamo possibile. E la stessa cosa sta succedendo con Galileo, Keplero, i fratelli Wright e molti altri visionari che non capivano il loro tempo. Tienilo a mente, prima di scartare le idee e gli approcci di Freixedo.
"Dobbiamo sempre tenere la mente in allerta e non darla ai leader religiosi, ai leader politici, agli idoli sportivi, ai medici che ci trattano o a chiunque altro. Tutti possono sbagliarsi e tutti in un dato momento - anche se in modo inconscio - possono agire nel proprio interesse, approfittando della nostra credulità. La mente di ogni individuo deve essere sempre l'ultimo giudice delle proprie azioni e darlo a un altro per seguire ciecamente ciò che ci dice, è un atto di suicidio mentale che si oppone diametralmente al grande comandamento dell'evoluzione, che è una delle leggi fondamentali del Cosmo. " - Salvador Freixedo, Defend the Gods!, Capitolo 8.