Il Natale - Luigi Albano

LUIGI
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 IL NATALE

« oggi nella città di David, v'è nato il Salvatore, che è Cristo il Signore ». Luca.

Il Natale — nativitas , la Noël, el nadal — è la grande solennità della nascita di Gesù Cristo.
Non esamineremo ora se il Salvatore dell'umanità, il profeta, da cui prese nome il cristianesimo è realmente esistito.
Anzi vogliamo supporre che il Messia si fece Uomo: Verbum caro factum est...
Quali furono i suoi antenati? Dove nacque? Quando venne egli al mondo? La nascita del figlio di Dio ebbe veramente luogo il 25 dicembre dell'anno di Roma 750?
Leggiamo gli evangeli:
Vi sono due genealogie: quella secondo Matteo e l'altra secondo Luca.
La prima serve di prologo alla legenda ed arriva a Gesù partendo da Abramo; la seconda si trova dopo il battesimo e sale da Gesù ad Adamo, anzi a Dio: Adam qui futi Dei.
Dopo gli studi storico critici che sono stati fatti su queste due genealogie evangeliche da molti dotti e più specialmente e recentemente da Renan, da Pegrat e da Strauss, non crediamo necessario di rifarne l'esame.
Ci basterà dichiarare che i due racconti non vanno d'accordo nè fra loro, nè con i libri dei Re e dei Paralipomeni.
Possiamo affermare che vi è differenza nel numero e nel nome delle generazioni; che Giuseppe, lo sposo di Maria, ha due padri — Giacobbe figlio di Salomone, secondo Matteo, e Eli figlio di Natan, secondo Luca; che Gesù proviene, secondo il primo, dal ramo regnante della famiglia di David, e, secondo l'altro, da uno degli innumerevoli figli di quel prolifico re.
Nell'impossibilità di conciliare tali discordanze, i teologi hanno immaginato ogni specie di sistemi.
« La compiacenza dei teologi, dice Strauss, per i testi è eguale a quella di coloro che segnano nel bersaglio i colpi dei grandi personaggi; questi hanno un bel tirare all'aria, mettono sempre nel tondo ».
I teologizzanti hanno supposto che l'evangelo secondo Matteo dà la genealogia di Giuseppe, e l'evangelo secondo Luca dà quella di Maria.
Eppure egli è facile di verificare che si riferiscono ambidue a Giuseppe, mentre era più logico il contrario.
Gesù non è infatto figliuolo della vergine Maria, dunque non era necessario che di dare la discendenza della madre.
Maria d'altronde derivava dalla tribù di Levi e dalla famiglia sacerdotale d'Aarem di modo che il figlio non può venire dalla famiglia di David, e se ne viene, diventa figlio naturale di Giuseppe e di Maria, perdendo ogni discendenza sacerdotale.
In conclusione le due genealogie si rendono necessarie per riuscire a che il Messia sia della famiglia di David e dal lato del padre e di quella d'Aaron dal lato della madre.
« Composte, dice Pegrat, dietro dottrine metafisiche e miti simbolici, tali genealogie non hanno alcun valore storico. Per diminuire l'effetto delle contraddizioni e degli errori materiali si è torturato il testo dei paralipomeni, violentati i nomi propri, accumulate le ipotesi, e tutti gli sforzi fatti per, conciliare i due evangeli coll'Antico Testamento, od i due evangelisti fra loro, non sono riusciti che a dimostrare l'impossibilità d'ogni conciliazione ».

Passiamo al luogo della nascita:
La dottrina dogmatica e le generali credenze nel Messia, lo dicevano figlio di David, nato a Betlemme; la tradizione leggendaria, appoggiata dalla notorietà pubblica aveva fatto nascere Gesù a Nazaret, piccola città della Galilea, d'onde la costante qualificazione di nazareno o di galileo.
Ma subito che si volle stabilire il messianismo della divina persona di Gesù, non si ebbe difficoltà di cambiare la di lui patria, dandone per ragione un censimento del governatore Cirino ai tempi di Augusto.
L'evangelo secondo Matteo dice semplicemente che Gesù era nato a Betlemme; quello secondo Luca entra in dettagli e ne accenna le circostanze. In seguito degli ordini emanati da Cirino per il censimento universale, tutti i Giudei dovettero recarsi al paese natale; Giuseppe, che era della tribù e della famiglia di David, si trasportò da Nazaret, ove abitava, a Betlemme in Giudea, con la sua Maria, malgrado che questa si trovasse in fine di gravidanza.
Qui, apro una parentesi per dire che nelle chiese, e nelle pinacoteche che visitai, ho osservato una sola Madonna visibilmente incinta, e questa si trova dipinta a fresco su d'un muro del corridore della Chiesa della Certosa di Bologna.
Ora Maria vergine è madre per opera dello Spirito Santo, che doveva conservare la verginità anche dopo il parto, non era stata resa immune dalle leggi fisiologiche che terminano la gravidanza.
Giunta a Betlemme fu sorpresa dalle doglie, partorì in una stalla e pose il neonato Gesù nella mangiatoia a presepio, avvegnaché all'albergo non vi fosse più posto.
Lo storico Tacito frattanto non fa parola di alcun censimento generale dell'impero romano sotto Augusto, Svetonio dice che Augusto fece fare tre volte l'enumerazione del popolo romano; però la prima ebbe luogo 24 anni, la seconda 10 anni avanti la nascita di Gesù, e la terza 7 anni dopo.
Il risultato è che le circostanze della nascita di Gesù a Betlemme narrate dal vangelo, secondo Luca, cadono in contraddizione con la storia:
    1. Perchè si appoggiano ad un censimento universale del popolo romano in un'epoca, in cui non se ne rinviene ricordo;
    2. Perchè fanno eseguire un editto romano per tribù, secondo le antiche leggi giuridiche;
    3. Perchè connettono la nascita di Gesù col censimento di Cirino, il quale governò la Siria soltanto dopo Archelao, successore di Erode.

Dunque la storia, la estradizioue locale sono contrarie al racconto evangelico dei Betlemmisti.

Verifichiamo le date:
Tutti i più dotti commentatori delle sacre scritture, eccezione fatta di Ardoino, dopo avere consultato storia, astronomia e numismatica, convengono che la nascita di Gesù non coincide con la data dell'èra cristiana.
L'opinione la più generale è che Gesù nascesse 6 anni prima. Calvisio e Moestiin hanno contati 132 e Fabrizio 200 sistemi circa di calcoli fatti nello scopo di dimostrarlo, senza potervi riuscire.
La medesima incertezza regna sul mese e sul giorno.
Alcuni fanno nascere Gesù il 6 od il 10 gennaio, altri il 19 od il 20 aprile, ed altri ancora il 20 o 25 maggio.
Gli Egizii, i Greci e gli Etiopi ne celebrarono la nascita l'8 gennaio; Scaligero la colloca fra settembre ed ottobre.
Nessuno parla di dicembre.
Bineo si accomoda con la opinione di Sculleto: « La Scrittura tacendosi su tale soggetto, taciamoci noi pure. »
Durante lungo tempo la Chiesa aveva solenizzato il Natale addì 6 di gennaio.
Nel 375 si parla della natività al 25 decembre, come d'uso che non faceva che introdursi in Oriente.
Verso la fine del V secolo questo uso divenne generale, forte in causa delle concessioni che facilmente si facevano ai nuovi convertiti, « I quali, dice Beuguot, passavano al cristianesimo con il bagaglio delle loro credenze e delle loro pratiche superstiziose ».

Le usanze:
Presso i Romani le feste le più popolari erano li Saturnali. Con la più sfrenata licenza e con gli eccessi di pazza allegria essi simboleggiavano nobili idee e più che altro una perfetta uguaglianza fra servi e padroni.
Il cristianesimo che aveva precisamente proclamato il principio dell'uguaglianza umana, e la Chiesa che già tendeva di fare della cristianità un sole gregge, adottarono quindi di celebrare la nascita di Gesù in gennaio.
Anticipando di pochi giorni l'apertura delle feste Saturnali, il Natale rimase fissato al 25 dicembre.
La prima e più grande solennità del cristianesimo ha così per data quella delle feste fatte a Saturno, che poi si sono dette e si dicono oggi del Carnevale.
I carnevali infatti, queste pubbliche follie del mondo moderno, rimontano alla fondazione del cristianesimo, e la chiesa le tollerò per non urtare i costumi pagani, benché fossero per lei a tal epoca un soggetto d'orrore e d'anatema.
In seguito poi l'opinione del clero si modificò stravagantemente a questo riguardo; introdusse egli medesimo nella liturgia cattolica le buffonerie le più scandalose, ed il Natale diventò alla fine una degna apertura delle feste carnevalesche.
Non citeremo che la Messa dell'Asino la quale aveva luogo il 26 dicembre.
« A Kouen, trascrive Clavel dai cronisti, subito dopo la terza, si formava la processione, la quale, fatto il giro della chiesa, si fermava nel centro, dove si trovavano già tre gruppi grottescamente travestiti, per rappresentare l'uno dei giudei, l'altro dei gentili ed il terzo i profeti dello Antico Testamento. I cantori apostrofavano giudei e pagani, i quali rispondevano con parodie di qualche versetto biblico di circostanza. Si volgevano quindi verso il prete che faceva la parte di Mosè, dicendogli: « A voi, legislatore Mosè ! » Mosè, vestito con camice e piviale, tenendo in una mano le tavole della legge, nell' altra una bacchetta, con lunga barba al mento ed un paia di corna sulla testa, rispondeva un versetto allusivo alla nascita di Gesù.
Ciò fatto Mosè era condotto con canti di Salmi al di là di un fornello, ove bruciavano stracci e stoppa, poi seguiva la scena dei profeti.....Ad Abacucco succedeva Balaamo a cavallo d'un asina, cui dava di sprone per farla andare avanti, mentrechè un giovanetto armato di spada con delle ali dietro le spalle sembrava volesse sbarrarle la via. È allora che s'eseguiva la scena, la quale diede alla cerimonia il nome di Messa dell'asino.
Un prete si introduceva fra le gambe della cavalcatura del profeta, e come se fosse essa che parlasse, diceva: « Perchè mi laceri, o Balaamo, i fianchi cogli sproni? » Il giova netto seggiungeva: « Cessa, o Balaamo, dal volere più oltre obbedire agli ordini di re Balano!».
La Messa dell'asino è scomparsa dalla liturgia e dai costumi del clero cattolico; ma fu surrogata dalla Messa di mezzanotte.
La Messa di mezzanotte non è ella veramente una cerimonia peggio ancora che ridicola, cioè immorale? Tutti sanno come i cattolici durante la vigilia e specialmente fino dalle prime ore della sera si preparino a celebrare la Natività del Salvatore.
Tutti sanno come le cene le più sontuose e licenziose si prolunghino verso la mezzanotte per passare dal festino alla chiesa, ove non di rado si compie l'orgia! . . . sì, l'orgia! — Se Gesù vi fosse, se si trovasse in mezzo a tali riunioni di fedeli, se avesse orecchi per intendere quel che dicono, ed occhi per vedere quel che fanno, Gesù impiegherebbe radamente un'altra parola, anzi spésso il bastone, con cui si pretende cacciasse i venditori dal tempio di Gerusalemme.

Epiloghiamo
Ammettiamo che Gesù sia stato un uomo, si ignorano, per testimonianza della storia e delle Scritture, la sua genealogia, il suo paese, l'anno, la stagione ed il giorno della sua nascita.
Molti legislatori e filosofi antichi si trovano egualmente avvolti da incertezze storiche consimili con la loro origine. Ma questo è leggero sconcio per la storia profana.
Invece per la storia sacra, per la religione rivelata della Chiesa e per la biografia d'un Uomo-Dio le circostanze cambiano ed il risultato è gravissimo:

Il Natale, la messa di mezzanotte ed il carnevale dei cristiani, non sono che una rappresentazione modificata delle feste Saturnali dei pagani.

Firenze - MIlano, anno 1871, autore: R. Andreini

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