La Creazione - Luigi Albano

LUIGI
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L A  C R E A Z I O N E

BRAMA

Prima di tutto il dio Brama, cupido di creare, generò le acque, in mezzo delle quali gettò un germe, cioè un uovo splendente di mille raggi; in quest’uovo manda il dio creatore un soffio vivificante, vi si inchiude egli stesso e galleggia per lungo tempo sulle acque. Dopo d’avere per un anno abitato questo luogo, adopera tutta la sua onnipotenza, e, diviso in due parti l’uovo, ne forma il cielo e la terra. (Bhugavat-Gita. - crenzer, Simbolica, t. I. p. I. l79. -- Langlols, p. 258. - lllanù, lib. I. c. I. IV.).

Questo mondo visibile non é che la manifestazione dell’Ente invisibile, dell’Ente supremo, del gran Brama, il quale, a vicenda riproducendosi o rientrando in sé stesso, crea od annienta il mondo. Quel tratto di tempo, in cui rimane nell’inerzia sepolto, si chiama una notte di Brama; e chiamiamo, per lo contrario, un giorno di Brama quel tempo in cui degna manifestarsi. Un kàlpa consta d’un giorno e d’una notte; e questo periodo racchiude 432 milioni dei nostri anni umani. Ma chi può conoscere il novero di questi kalpa, poiché Brama é eterno? Quando questo Dio è, per cosi dire, stanco d’aver sostenuta la creazione, e comincia a ripiegami verso sé medesimo, allora tutto sparisce e scorrono i secoli senz’essere dalle rivoluzioni del sole misurati; poi, quando si ridesta, il mondo rinasce, e tutto ripiglia coll’esistenza una forma novella; uno spirito vitale é seminato per tutta la natura, un segreto vigore anima la materia, e tutto manifesta il risvegliarsi di Brama, che pare per ispasso formar l’universo. Dopo di aver creato l’universo, lo spirito materiale, la coscienza, gli Dei, la divisione del tempo, il dio supremo diede la vita a quattro caste, le quali uscirono, la prima dalla sua bocca, la seconda dalle sue braccia, la terza dalle sue cosce, da’ suoi piedi la quarta. (llarlés, Storia dell'India, VIII. I87.)

FO

(Opinione filosofica). L’esistenza degli esseri visibili ed invisibili altro non è che un immaginario prodotto d’un intendimento non per anco rischiarato. Lo acciecamento getta i vani pensieri degli uomini fuori della ragione, e la follia e la cupidità si fanno padrone del loro cuore; donde loro derivano queste vane immaginazioni di natura e di mondo, mentre non v'ha soggetto che realmente esista, e nulla havvi di reale fuorché F0.
La ragione, a guisa del sole tenebrato dalle nubi, offuscata dalle passioni, si figura spazii e mondi immaginarii; ma colui che ridestasi tutto ad un tratto, per acquistare la saviezza di F0, e che l'acquista infatti, sente in sé dileguarsi tutte queste fantastiche esistenze.

(Opinione volgare). L’acqua è il principio della riproduzione, e spense il fuoco dopo che questo ebbe consumato il mondo; bolle allora essa, spumeggia, ingrossa, e il mondo riformasi. La terra è ferma sull'acqua, questa galleggia sull'aria, e l’aria sul vuoto riposa. Essendo gli abitanti dei cieli venuti sulla terra, che era dolce e buona, avendone mangiato di troppo, divennero stupidi, e smarrirono il loro stato naturale, sicché bisogno creare allora il sole e la luna. Alla terra sottentrò il grano del riso, che cresceva da sé; e gli abitanti ghiotti, essendosene cibati, gli venne sostituito un riso lungo, che, mietuto il mattino, rinasceva la sera. Appena si nutrirono gli abitanti della terra di questo nuovo alimento che formarono due sessi, e si propagò la loro specie. (Giornale asiatico, t. VII. p. 25I; VIII. 219.)

ZOROASTRO

Il tempo infinito é solo increato, solo senz’alcun principio; produttore degli esseri, genera egli tutto a un'tratto l’acqua, la luce ed il fuoco; dal fuoco e dall’acqua combinati nacque Ormuz, che creò il prima toro, da cui gli animali, i vegetali e gli uomini sono usciti. Leggesi nel Vispered: "Invece il toro eccelso che fa crescer l’erba in abbondanza, il toro dato puro, e che diede l‘essere all’uomo puro ".
Al principio Ormuz si levò e preferì il verbo, dal quale tutti gli esseri furono creati. Dal cielo immobile, ove soggiorna, egli fece il cielo che ne circonda, poi il sole che sta al centro del mondo e quindi la luna che brilla di luce- propria, e dà al mondo il calore, lo spirito e la pace; sotto la luce si stende il ciclo delle stelle fisse. La creazione dell’uomo fu compiuta in sessantacinque giorni, ed in trecentosessantacinque quella del mondo. (Zeund -Anesla, t. III. p. 595. - Vespered, p. 86. - l’astoret, p. 24. Maometto Confucio. Vendidud-sadè, p. 87. Creuzer, T. I. par. I. p. 327. 328.)

CONFUCIO

Suppongono i dottori cinesi che tutto debba l’essere ad una causa primitiva, immensa, senza principio e senza fine che chiamano ti, 0 fondamento della natura. Questa causa, compresa dal solo intelletto, è materiale, quantunque non abbia alcuna delle forme esteriori dei corpi. L’aria nacque dalle emanazioni che ne uscirono; e come l’aria può venir alterata dal riposo o dal movimento, ne risultarono il freddo ed il caldo che generarono l’acqua congiungendosi. Apparvero dapprima gli elementi, poscia il cielo e gli astri, e finalmente l’uomo e la donna. Il libro sacro Y-king cosi si esprime: « Tay-ki generò due effigie, le due effigie generarono le quattro immagini, e le quattro immagini generarono gli otto trigrammi, che fecero l’universo ».
Queste enigmatiche credenze abbisognano di chiosa. Tay-ki significa il gran comignolo; metafora tratta dai tetti, in cui il pezzo traversale che sostiene i travicelli e il più alto dell‘edilizia; le due effigie sono le principali materie, il freddo e il caldo; le quattro immagini, sono le materie perfetta, imperfetta, giovine e vecchia; e gli otto trigrammi, il cielo, la terra, il vento, il fulmine, le montagne, il fuoco, l’acqua stagnante e l’acqua dormiente. (Notizia su alcuni punti della storia dei Cinesi. - Longobardl, p. I08. -Leibniz, p. I72. -Pastoret, p. I82. Confucio, Maometto, Zoroastro, Sciù-king, p.411. 412. 417.)

OSIRIDE
Le prime osservazioni astronomiche, sulle quali l’ondasi il sistema religioso degli Egizii, risalgono a 2255 anni av. G. C.

La cosmogonia degli Egizii fondavasi sopra un panteismo intellettuale e fisico. Secondo essi, da un Dio supremo viene il mondo, dal mondo il tempo, dal tempo la generazione. Tutto vive nell’universo una vita unica, che è quella di Dio; e siccome l’acqua, l’aria e la terra sono gli elementi del mondo materiale, cosi la ragione, la provvidenza, la vita, l’immortalità sono gli elementi spirituali della divinità. Non già colle mani, ma con una parola di Dio l’universo fu fatto; e questa parola di Dio è la sua volontà suprema.
Tenebre infinite erano sparse sull’abisso, le acque le coprivano, ed uno spirito sottile risiedeva nel seno del caos.
La potenza divina adunqua che produsse dall‘umido il seme di tutte le cose, é la stessa natura.
In seno all’eterna notte brillò improvvisamente un sacro raggio, che é il demiurgo, più antico che l‘acqua; un moto si fece nell’umido, un vapore se ne sollevò con gran rumore; da quel rumore usci una voce, come la voce della luce; da questa voce della luce fu articolata la parola, e la parola congiungendosi al demiurgo, della cui essenza partecipava, mise alla luce il secondo demiurgo, cioè il sole. Questo dio del fuoco e della vita, spirito creatore e fecondo, padre ed avo di tutti gli Dei, questo spirito divise tutte le cose. Sopra la terra risplendette il cielo. Il sole e il creatore di tutte le cose, la luna é la loro madre, Osiride ed Iside ne sono i figliuoli.
In tal guisa il supremo dio Kneph e la parola divina ch’è sua figliuola, crearono l’uovo del mondo, donde usci Phta, o il vivificante spirito che organizzò la natura. (Creuzer, tam. I. par. il. p. 85. 825. 826. 830. 851. - Eusebio. Prep. evang. III. 2. - Giamblico, 33. 34.)

ORFEO

(Opinione filosofica). Dio autore d’ogni bene, e la materia principio d’ogni male, esistevano da tutta l'eternità; siccome pure il modello, secondo cui Dio aveva risoluto d’ordinar la materia, allorché l’istante di questa grand’opera giunse. Dio diede i suoi comandi al caos; ed agitata fu immediatamente la massa da un moto fecondo e novello. Le parti, divise prima da odio implacabile, corsero a congiungersi, ad abbracciarsi, ad incatenarsi; il fuoco brillò per la prima volta nelle tenebre; l’aria si separò dalla terra e dall’acqua; questi quattro elementi vennero destinati alla composizione d’ogni corpo.
Dio, a dirigere questo movimento, aveva preparata un‘anima, composta in parte dell’essenza divina ed in parte della sostanza materiale, la quale anima collocò nel centro dell’universo.
Partono di là raggi di fiamma, puri più e meno secondoché più o meno sono allontanati dal loro centro, che nei corpi s’insinuane, animano le loro parti, e, giunti ai confini del mondo, si diffondono sulla sua circonferenza e formano tutto interno una corona di luce.
Appena l’anima universale si gettò da sé in quest’oceano di materia, essa diede saggio delle proprie forze, scuotendo l‘immenso tutto. Dopo aver gettato uno sguardo di compiacenza sulla propria opera, Dio disse agli Dei subalterni: « Alla perfezione di questa grand’opera rimane ancora di riempire d’abitanti i mari, la terra e le aure. Se essi dovessero ritrarre la luce da me immediatamente, sottratti all‘imperio della morte, diverrebbero pari agli Dei medesimi. A voi dunque affido la cura di produrli; congiungete a corpi mortali i germi d’immortalità che siete per ricevere dalle mie mani; formatene specialmente esseri che comandino agli altri animali ed a voi siano sottomessi, nascano per vostro ordine, crescano pel vostri benefizii, e dopo la morte a voi si congiungano e partecipino della vostra felicità».
Venne allora stabilito che nascerebbero esseri capaci di conoscere la divinità, e che l‘uomo avrebbe sulla donna la preminenza. (Barthel. Anacarsi, t. IV. p. 44. - Estratto da Platone.

ODINO

Prima di fare il mondo, Iddio era coi giganti; i giganti Bore e Yme erano nemici; i figliuoli di Bore uccisero il gigante Yme, e dalle sue ferite sgorgò tanto sangue che tutte le famiglie d‘Yme, gigante del ghiaccio, vi furono annegate, eccetto un solo gigante che si salvò con tutti i suoi, salendo sopra una barca; e per lui si conservò la razza dei giganti del ghiaccio.
I figli di Bere trascinarono il suo corpo in mezzo dell’abisso, e ne fecero la terra; l’acqua ed il mare si formarono col suo sangue, le montagne colle sue ossa, le pietre co’ suoi denti; ed avendo poscia fatto il cielo col suo cranio, vi posero un nano a ciascun angolo per sostenerlo. Un giorno che i figliuoli di Boro passeggiavano sulla riva, videro due pezzi di legno galleggianti e ne fecero un uomo ed una donna; l‘uomo venne chiamato Aske e la donna Emla. (Edda, f. Il. . Voluspa)

MANGO-CAPAC

Pasciacamac Pasciacamac o il dio sconosciuto trasse l’universo dal nulla. Per suo ordine venne dal nord un uomo straordinario chiamato Scioun, il quale avea un corpo senz’ossa e senza muscoli, abbassava le montagne, colmava le valli, e si apriva una via per luoghi inaccessibili. Questo Scioun creò i primi abitanti; sdegnato contro i Peruviani, mutò la terra fertile in arena, arrestò la pioggia, fece seccar le piante, e poi, mosso a pietà, apri le fonti e fece scorrere i fiumi. Questo Scioun venne adorato come un dio sino alla venuta di Pasciacamac, che, più potente, mutò in bestie selvagge gli uomini che Scioun aveva creati per crearne altri.(Feder. Bernard, Cerimonie. religiose di tutti ipopoli, t. VI. p. 188. 198. - Careal, Viaggi).

CANADESI

Il Dio, autore d’ogni cosa, dopo aver creata la natura, prese un certo numero di frecce, e, piantatele in terra, trasse da questo germe l’uomo e la donna; ma quando Atalanta, il creatore degli uomini, li distrusse col diluvio, Messu ne fu il riparatore. (Cerim. religiose. Religioni d’America, p. 80.)
(Altre opinione). Una donna discese dal cielo, e svolazzò alcun tempo nell'aria, cercando ove posare il suo piede. La tartaruga le offri il suo dorso; essa l’accettò; poscia le escrescenze del mare formarono intorno alla tartaruga una grande estensione di terra. La solitudine adunque non piacendo guari a quella donna, discese dall’alto uno spirito, che, trovandola addormentata, le si avvicinò; divenuta incinta, essa partorì prima due giovani, e più tardi una figliuola che é la madre degli uomini. (Cerim. religiose, p. 80. 81).

VIRGINIANI

Dio creò dapprincipio gli Dei subalterni, col sole, la luna e le stelle: ed i semidei crearono l’acqua, e dall’acqua formarono tutte le creature sia visibili che invisibili. La donna fu formata prima dell’uomo;uno de’ semidei la fecondò, donde l’origine del genere umano. (Cerimonie religiose, p. II5, VOI. VII. Relig. d’America.)

MOSÈ E GESU' CRISTO

In principio Iddio creò cielo e terra. La terra era informe e nuda, le tenebre coprivano la faccia dell’abisso, e lo spirito di Dio era portato sulle acque. Ora Dio disse: « Sia fatta la luce », e la luce fu fatta. Dio vide che la luce era buona, la separò dalle tenebre, e le diede il nome di giorno, ed alle tenebre quello di notte. Dio disse ancora: « Producano le acque animali viventi che nuotino nell’acqua, e uccelli che velino sulla terra sotto il firmamento del cielo »; e li benedisse, dicendo: « Crescete e moltiplicate ». Dio soggiunse: « La terra producaganimali viventi, ciascuno secondo la sua specie, animali domestici, rettili e bestie selvaggia della terra; e ciò fu fatto cosi. » Disse poscia: « Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza, e comandi a tutti gli animali ». Il Signore formò dunque l’uomo dal fango della terra, spirò sul suo volte un soffio di vita, e l’uomo divenne vivente ed animato. Il Signore lo prese, e lo mise nel paradiso delle delizie affinché lo coltivasse, e gli fece questo comandamento: « Mangia di tutti i frutti degli alberi del paradiso, eccetto quello dell’albero della scienza del bene e del male; perché se tu ne mangi morrai ». Disse poi: « Non è bene che l’uomo sia solo » ; gli mandò dunque un profondo sonno; e, mentre dormiva, prese una delle sue costole, ne formò la donna e gliela condusse (*). Ora il serpente, ch’era il più astuto degli animali che Dio avesse creati, persuase alla donna di mangiare del frutto vietato, e questa ne diede pure a suo marito, che ne mangio parimenti.
Allora il Signore Iddio disse al serpente: « Tu sarai maledetto fra tutti gli animali; io metterò odio eterno fra te e la donna, fra la sua razza e la tua; essa ti schiaccierà la testa, e tu cercherai di morderle il calcagno ». Disse anche alla donna: « lo moltiplicherò le tue afflizioni ed i tuoi parti; tu metterai i tuoi figli alla luce nel dolore; sarai sommessa al tuo sposo ».
E disse all’uomo: « Tu lavorerai sopra una terra maledetta; mangerai il pane col sudore della tua fronte ». (Genesi, c. I. II.)

(*) La creazione della donna avvenne prima dell'entrata nei Paradiso terrestre e del divieto qui detto.

MAOMETTO

Dio è il vostro signore. Egli ha creati i cieli e la terra in sei giorni; sedette sul suo trono; ha fatto chela notte succeda al giorno, che il sole, la luna e le stelle siano in continuo movimento. Dio vi creò dal fango della terra; vi creò d’una sola persona; creò la sposa dell’uomo con una delle costole di esse per abitare con lui. Allorché la donna in un dubbio di essere incinta, non tralasciò di camminare secondo la consuetudine; ma quando la sua gravidanza la rese pesante, pregarono ambidue Dio, e dissero: « Signore, concedine una felice discendenza, affinché noi siamo nel novero di coloro che ti ringraziano de’ tuoi benefizii ».
Il Signore disse ad Adamo: « Abita tu e tua moglie nel paradiso, ed ivi mangia ciò che ti piacerà, ma non avvicinarti a quest’albero per timore che tu non sia nel novero degl’ingiusti ».
Il diavolo li fece peccare; Dio disse allora ad Adamo: « Scendete, uscite dal paradiso; vi precederà da vicino una guida da me mandata. Quelli che la seguiranno, saran liberati da afflizioni nel di del giudizio ». (Corano, Cap. dei Lìmbi, delle Gratificazioni, della Vacca).

(interamente tratto dagli studi di Anot De Maizieres - Milano 1855, versione trascritta sull'ultima edizione di Parigi)

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