Compendio Biblico - Luigi Albano

LUIGI
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COMPENDIO BIBLICO

La Sacra Scrittura chiama Terra dei Palestinesi quel tratto di paese lungo il Mediterraneo che distende tra l'Egitto e la Siria, abitato dai Palestinesi o dai Filistei, che formarono una repubblica federativa per lungo tempo famosa.
Il nome di Palestina le fu dato dai Siriaci, in seguito passò ai Greci e ai Romani; quindi fu esteso a tutta la regione che la Scrittura chiamò prima la Terra di Canaan, poi la terra d'Israele. Gerusalemme fu il primo posto degli apostoli ed è nella religione di Mosè e in quella di Gesù, che anche Maometto venne a cercare le sue ispirazioni.
I primi abitatori della Palestina conosciuti dalla storia sono i Cananei ai quali succedettero gli Israeliti che parlavano una medesima lingua. Tutti conoscono la storia antica di questo popolo che da Mosè ebbe leggi civili e istituti religiosi e da Giosuè fu portato alla conquista della Terra promessa, imprese entrambe compiute sotto il regno di re Davide. Infatti, egli rese libero del tutto il popolo dalla servitù, sconfisse i Filistei a più riprese, s'impadronì delle loro città, li vincolò al tributo, sottomise tutti gli altri Cananei, prese Gerusalemme e la fortificò, ne fece la sua capitale; rese sottomessi i ribelli e ampliò i confini del suo regno.Guerriero e uomo di Stato, fu uno dei più grandi uomini dell'antichità, accumulò grandi ricchezze, frutto delle sue vittorie e di una sapiente economia; compose un agguerrito esercito, diede leggi alla milizia, ordine all'amministrazione; stabilì in Gerusalemme un santuario permanente, istituì una gerarchia sacerdotale e un culto pubblico; ne ordinò i riti, ne compose gli inni che pervennero fino a noi e che sono ancora ammirati per grandiosità lirica e per patetica effusione di sentimenti; inventò o perfezionò gli strumenti musicali e le melodie, ammaestrò il popolo nel canto, fece raccogliere e mettere per iscritto le tradizioni antiche; sotto il suo regno s'incominciarono a scrivere le prime storie nazionali e la lingua ebraica raggiunse il maggiore suo sviluppo.

Salomone suo successore godette i benefici di una pace ottenuta dalle vittorie di suo padre, e ridusse a buon termine quanto quello non aveva potuto compiere. Introdusse le belle arti, fondò una marina, aprì al commercio vie fino allora sconosciute; le sue navi visitarono i porti dell'India; le ricchezze del commercio esterno e l'agricoltura promossa al di dentro accrebbero la prosperità pubblica e incivilirono il popolo. Amò anche le belle lettere, fu egli stesso dotto in molte scienze e scrisse molti libri. Insomma il suo regno fu uno dei più splendidi dell'antichità, e la fama della sua sapienza e grandezza è conosciuta anche fra gli altri popoli dell'Oriente.

Non solo dei sopra citati avvenimenti si parlerà in questo libro ma anche di lotte armate, battaglie, stragi, mattanze, massacri, eccidi, genocidi, infanticidi, rapimenti, schiavitù, inganni, tradimenti, imbrogli, infedeltà e quant'altro.

Il presente testo è stato suddiviso in due parti: la prima parte è composta dall'intera opera pubblicata nel 1851 da Aurelio Bianchi-Giovini denominata "La Storia Biblica dalla Creazione del Mondo alla Traslazione degli Ebrei a Babilonia", opera concepita e scritta dallo stesso nel corso della sua detenzione alla Cittadella di Torino per aver scritto cose non in linea con i pensieri della Romana Chiesa Cattolica. Aurelio Bianchi-Giovini,  il suo vero nome era Angelo Bianchi, è stato uno studioso nonchè giornalista e uomo politico italiano, importantissima è stata la sua figura di polemista anticlericale della metà del 1800, in merito ho voluto inserire una parte della sua biografia scritta da Enrico Montazio e pubblicata nel 1862, dopo un anno dalla sua morte.

La seconda parte è tratta dall'opera pubblicata nel 1884 da David Castelli denominata "La Legge del Popolo Ebreo nel suo svolgimento storico", (contenente sia il Codice di Ezechiele che il Codice Sacerdotale), capitolo che ritengo di estremo interesse al fine di poter dare al lettore gli strumenti utili per una maggiore comprensione della mentalità "giudaica" e dei costumi del tempo, quando alla religione si mescolava la superstizione, quando il padre per acquistare il favore divino sacrificava il figlio e che il vinto caduto in potere del vincitore diventava suo schiavo, perdeva ogni diritto, persino quelli dell'umanità e la sua esistenza dipendeva dal beneplacito del vincitore.
© Luigi Albano
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