Tanto tuonò che piovve.

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Tanto tuonò che piovve.

Luigi Albano
Pubblicato da Cav. Luigi Albano in proverbi · Martedì 05 Feb 2019
II proverbio è antichissimo e già era conosciuto presso gli antichi Greci, come la storiella di Socrate e di Santippe sua moglie, dalla quale si vorrebbe far derivare.
Povera Santippe! Da Platone agli scrittori dei nostri giorni fu una gara per dipingerla una vera megèra.
Eppure Socrate non fu uno stinco di santo.
Oltre a essere vecchio e bruttissimo, mentre cercava di rendere migliori e più savi gli altri, non pensava a nutrire la famiglia e la moglie; e a questa dava ragione di gelosia intrattenendosi con Aspasia, che al filosofo dirigeva poetici ed erotici versi, conversando con Diotina, sapiente donna di Mantinea, la quale egli dice che fu sua maestra d'amore, ed insegnando alla cortigiana Teodote l'arte di allettare gli uomini.
Che poi non fosse un marito troppo affettuoso lo dice egli stesso, dichiarando di non correggere l'umore stizzoso della moglie per avvezzarsi con questo esercizio a sopportare la petulanza e le ingiurie degli uomini.
Questo fu provato quando la moglie andò a visitarlo piàngente nel carcere, lui si mostrò duro con lei e non le permise di assisterlo negli ultimi istanti.
Fu appunto per uno di quei silenzi, con i quali il più sapiente di tutti i mortali rispondeva alle male parole della moglie inasprita, che questa corsa in cucina, preso un secchio d'acqua e glielo rovesciò addosso.
Socrate, senza scomporsi, rivolto agli amici avrebbe allora esclamato: Lo sapevo che dopo il tuono viene la pioggia.
Dal quel motto sarebbe poi derivato il nostro proverbio.
Secondo Voi, tra i nostri due vicepresidenti chi è Santippe e chi Socrate?


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