La falsa resurrezione di Gesù di Nazareth

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La falsa resurrezione di Gesù di Nazareth

Luigi Albano
Pubblicato da Cav. Luigi Albano in cristianesimo · Giovedì 11 Gen 2018
Abbiamo più volte detto quanto la setta Cristiana avesse a cuore che tutti gli avvenimenti si verificassero in conformità delle profezie e delle scritture. Ora rimaneva a compiersi la più grave delle profezie: quella cioè che Gesù sarebbe risorto al terzo giorno.
Ed ecco il mattino seguente al Sabato elevarsi fra i discepoli un grido: Gesù è risorto. Che cosa era avvenuto? Nessuno ha saputo mai nulla.
Un fatto solo è certo, costante, inconcusso, che cioè il corpo di Gesù non fu più rinvenuto nella tomba. Tranne questo, niente altro si ha di positivo.
Scrittori non Cristiani e scrittori Cristiani sono di accordo nel ritenere che il corpo di Gesù più non fu trovato nella sepoltura; ma si domandava che cosa fosse avvenuto di quello.
I primi sostenevano che i discepoli di Gesù avessero rubato il corpo dalla tomba, distruggendolo con calce o deponendolo altrove, per poter poi spacciare che Gesù fosse risuscitato e salito al Cielo, siccome avea predetto. Essi quindi inviarono (secondo scrive Giustino martire) (1) nello intero mondo uomini incaricati di annunziare che una setta atea e reproba era stata da un tale seduttore Gesù di Galilea fondata; che questi dopo essere stato crocifisso, era dai discepoli suoi di notte tempo rubato dal monumento, ec...
Il Sepher Toldos (2) dice invece che il corpo venne sottratto da Giuda di Kerioth, per timore che l'empia caterva della setta avesse potuto involarlo e distruggerlo onde annunziarne la risurrezione, e che esso Giuda lo avesse deposto nel suo orto sotto un ruscello di cui avea sviato il corso, per poterlo mostrare poi in ogni tempo, come in effetti lo mostrò alla regina Elena (3) alla presenza di molti suoi seguaci, facendolo disseppellire dal luogo indicato, ove fu rinvenuto ligato con una coda di cavallo.
Gli scrittori Cristiani, all'incontro, negano che il corpo di Gesù fosse stato sottratto sia da essi sia dagli Ebrei loro avversari; ma sostengono che fosse risorto e salito al Cielo. Per ciò comprovare affermano essere stata cosa impossibile per essi e pe' nemici loro di rubare il corpo, poichè i Principi de' Sacerdoti ed i Farisei, sospettando che i discepoli di Gesù potessero involarlo per annunziare alla plebe di essersi verificata la risurrezione a norma della profezia, si fossero recati da Pilato, ed avessero ottenuto di far custodire il sepolcro da' soldati (4).
In proposito però è a riflettersi che anche quando si fossero messi soldati in custodia della tomba, questi non vi sarebbero stati mandati se non dopo avvenuta la sottrazione. Primieramente il solo S. Matteo asserisce questo fatto, mentre nè S. Marco, nè S. Luca, nè lo stesso S. Giovanni che si recò di persona al sepolcro, parlano di soldati. Ma poi il testo dice: «altera die, quae est post Parascevem».
Vi ha chi perciò ha preteso che i soldati, stando all'assertiva di S. Matteo, fossero stati inviati alla custodia del sepolcro il giorno del Sabato. Nulla di più inesatto. Era il Sabato solenne, il giorno di Pasqua, e gli Ebrei si sarebbero guardati bene di contaminarlo con atti profani. Ogni faccenda non religiosa dovea tacere in quel dì, e sarebbe stata la più abbominevole profanazione il contravvenire a tal precetto... segue ...
Note:
  1. Giustino, Dial. cum Tryph.;
  2. Sepher Toldos Jeschuae. Altdorf, 1681;
  3. Elena, regina degli Adiabeni e madre del re Izate, presa da vaghezza di vedere il famoso tempio di Salomone, si recò in Gerusalemme, e col consentimento del figlio abbracciò il Giudaismo e fissò colà la sua dimora. Colmò i Giudei di molti benefizi, specialmente in occasione di una gran carestia, e fu sepolta in Gerusalemme – (Vedi Giuseppe Ebreo, Antichità giudaiche, lib. XX, cap. 2 e 5;
  4. S. Matteo, XXVII, 62 e seg.;


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